Il manipolatore perverso: le regole per smascherarlo ed evitare la relazione abusante

Ogni storia di abuso è diversa dall'altra; alcune sono drammaticamente destinate a sfociare in femminicidio davanti al tentativo della vittima di troncare la relazione abusante (ma anche a seguito dello “scarto” che avviene quando la vittima diventa un intralcio alla realizzazione dei progetti del proprio carnefice). Di fatto, il femminicidio costituisce solo la punta di un iceberg: infinito e sconosciuto è il sommerso, invece, nelle sue innumerevoli declinazioni consumate in contesti
differenti: familiari, lavorativi, sentimentali.
Il manipolatore è un narcisista patologico nella quasi totalità dei casi ed è sempre soggetto potenzialmente molto pericoloso, abile e spregiudicato mentitore dotato di considerevole carisma, ma privo di qualsiasi capacità empatica. È un essere frustrato che reprime la rabbia e la vergogna da cui è afflitto e cela dietro le sue tante maschere l'invidia che pure lo divora non appena intercetta qualità meritevoli di attenzione nell'altro. Ha bisogno di essere ammirato incondizionatamente e proietta all'esterno il suo fallimento esistenziale svalutando e mortificando gli altri. Gestisce contemporaneamente una pluralità di relazioni sentimentali e promiscue da cui trae apporto narcisistico, vitale per la sua sopravvivenza perché in grado di colmare quel senso di vuoto tremendo che da sempre gli è fedele compagno ed è alla base della depressione da cui a volte è attanagliato anche a causa del baratro che divide le aspettative grandiose e i sogni di gloria del falso sé con cui si presenta pubblicamente (una maschera sociale da uomo rispettabile) dalla realtà. È dominato da fantasie di risultati illimitati in ogni ambito ed è costantemente preoccupato per il proprio status sociale, economico e professionale (per questo si impegna molto nel lavoro e sovente raggiunge ottime posizioni nella scala sociale ricoprendo ruoli di potere) e per la propria salute.
Gli altri - siano essi la moglie o la compagna, i figli, i colleghi di lavoro o le sue tante amanti - sono solo strumenti da asservire e rendere funzionali al proprio benessere. Il narcisista sarà, pertanto, in grado di chiudere una relazione senza scrupoli e in assenza di alcuna spiegazione quando la vittima avrà  terminato di assolvere alla funzione a cui era deputata: naturalmente il vampiro energetico si sarà preventivamente assicurato nuove fonti di apporto narcisistico. Nei confronti di chi non gli serve o non gli interessa più, avvierà una subdola campagna di denigrazione e diffamazione per giustificare l'allontanamento (coadiuvato da coloro che, subendo a loro volta, più o meno consapevolmente il rapporto abusante, sono divenuti “i fidatissimi” del Re Narciso, i cosiddetti “beati idioti” o “scimmie volanti”).

Il narcisista, però, pur giocando in largo anticipo sulla vittima si muove secondo schemi monotoni e ripetitivi, un vero e proprio cliché sintetizzabile in cinque fasi:

FASE 1: idealizzazione della vittima e love bombing;
FASE 2: isolamento e controllo;
FASE 3: svalutazione e valutazione in alternanza (secondo il noto principio del bastone e della carota);
FASE 4: svalutazione finale e scarto;
FASE 5: campagna di diffamazione e denigrazione.

Riconoscerlo per tempo nella prima fase può essere salvifico.
Le cicatrici che residuano da una relazione tossica con un narcisista maligno sono purtroppo permanenti. Il fenomeno è in trend di crescita esponenziale in una società sempre più individualista e superficiale popolata da adulti/genitori spesso
immaturi e concentrati sul soddisfacimento delle proprie necessità e sempre meno su quelle dei figli.
Il narcisista patologico è stato, infatti, un bambino a dir poco infelice, incompreso, non visto, non riconosciuto, trascurato nei propri bisogni primari e, a volte, abusato.
Tale trascorso di dolore e sofferenza, abitualmente sbandierato fin dal primo incontro dal narcisista (specie il “covert” - il più pericoloso - secondo la classificazione data da Paul Wink, il quale ha una bassa autostima e un' alta sensibilità alle critiche) per suscitare compassione nella vittima, non giustifica mai e per nessuna ragione l'abuso perpetrato preordinatamente con spietata malvagità, indossando - a seconda del caso e del momento - la maschera del principe azzurro, del generoso benefattore, del sant'uomo onesto e rispettabile, del calimero, sfortunato e incompreso, e - paradossalmente - anche quella della vittima.

Idealizzazione della vittima e love bombing
TROPPO BELLO PER ESSERE VERO

Qualunque siano le sfortunate circostanze della vita in cui lo si incontri, il narcisista - puntata la preda – la ricoprirà di complimenti eccessivi, imbarazzanti e quasi fuori luogo.

“Che classe che hai. Io adoro le donne di classe”
“Sei la donna più bella che abbia mai incontrato”
“Non ho mai visto occhi così lucenti e puri. Percepisco la tua aura”
“Sei una ragazza colta e brillante. Se fossi mia, non ti lascerei mai”

L'approccio è caratterizzato da una ammirata quanto estasiata attenzione che il narcisista esprime anche con lo sguardo che risulta completamente catturato dalla preda e da ciò che essa dice o fa, ma anche attraverso la mimica facciale e del corpo con cui avvalorerà, in modo eccessivo e quasi patetico, ogni sua affermazione per farla da subito sentire unica e straordinaria come nessuna.
Il narcisista finge artatamente, in buona sostanza, una sorta di stato ipnotico che non potrà lasciare indifferente la vittima. Sarà notato, infatti.
Nel peggiore dei casi raccoglierà la sua simpatia, le strapperà un sorriso e, abbattuta l'iniziale diffidenza, cercherà il sistema per aggiudicarsi un incontro, un'uscita, un appuntamento.

REGOLA N 1:
DIFFIDA DI CHI - SENZA CONOSCERTI – TI LUSINGA IN MODO ECCESSIVO PER ATTIRARE LA TUA ATTENZIONE E SUSCITARE LA TUA SIMPATIA.